Un libro di storia dell'arte inusuale, scritto con ironia e irriverenza, da una delle penne più felici della nuova critica. Per Guarnaccia un saggio di storia dell'arte non è una cerimonia solenne, una fiera di buone maniere e cravatte in tinta, un "pranzo di gala" - come direbbe il Grande Timoniere - ma una festa incasinata, con una dancefloor troppo affollata, i soliti imbucati, le bevande a go-go, gli appetizer sospetti sui vassoi, la music...
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