Eja, Eja, Alalà! Fu già tempo in cui si andava in camicia nera, si
cantavano inni, si marciava nelle parate. Una forza guerriera
ingagliardiva l’Italia, una scattante prestanza virile: una lungimiranza
politica, un'indomita fierezza, una virtù d’impero. Bisognava pur
credere a tanto andar su di schiuma, e prender aria e vento, e darsi
gonfi e impettiti. Quando la menzogna si accasa nella storia, sono gli
atti di fede, e le adunanze, e i manganelli, che fanno la verità. Ci
volevano, a Vigàta, le furberie e le mattacchiate di uno scavezzacollo
di principe di colore, la selvatica estrosità e il talento per gli
affari di un diciannovenne ben arnesato e sessualmente senza briglie, la
spudoratezza e l’inclinazione astuta di un nipote del Negus, i puntigli
e le impuntature principesche di uno studentello straniero senza letto e
senza tetto, che allettava gli occhi e invaghiva i cuori, per umiliare
l’onore, l’orgoglio virile, le mire colonialistiche, le prolisse
incompetenze del regime, e il nazifascistico razzismo. Il nipote del
Negus, il principe Grhane Sollassié Mbassa, è stato iscritto alla Regia
Scuola Mineraria di Vigàta. Si rivela un virtuoso della bricconeria e un
atleta dell’inganno: tutti brontolando, e lui bravando, promettendo
molto, le autorità, e ancor più pagando, senza nulla mai ottenere. Cosa
non tollerano tutti, cosa non tentano. Anche il Duce schiuma e freme, a
Roma, e subisce a rate i tiri bassi dell’etiope: di quel tizzone
d’inferno, coccolato e foraggiato, che scalcia e corvetta, e sfugge al
dover suo di dar testimonianza in terra italica, e attestato scritto
laggiù, in colonia, del viver bello e libero e generoso della civiltà
fascista. La giovialità teatrale del principe, i suoi stratagemmi
tattici, i suoi trucchi, le mascalzonate e le puttaneggiate,
confluiscono nel gioco largo di una beffa che la verità falsa del
regime rivolta nell’impostura vera del latin sangue gentile e della
baracconata storica. Camilleri compagina e rilega, in un gustoso
dossier, cose dette e cose scritte. Alle carpette della documentazione
d’archivio intercala frammenti di parlate. Sono veri documenti falsi e
falsi documenti veri, allestiti con l’astuzia e la perizia di un
falsario che vuol dare spazio di teatro al bottarisposta, al parlottare e
al chiacchiericcio di un villaggio in cui tutti stanno guancia a
guancia, a portata di voce e di gazzetta. Come il giovanissimo principe
del romanzo, anche Camilleri è, a modo suo, un frodolento secondo
verità: burla e beffa scrivendo, e inventando documenti, per stare alla
fine dalla parte della verità storica. Salvatore Silvano Nigro
Lieferbar
ISBN | 9788838924538 |
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Cover | Kartonierter Einband (Kt) |
Verlag | Sellerio |
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