Se Gottfried Keller è stato sottratto a una soffocante mitologia patria e riportato nei ranghi della letteratura universale, è merito riconosciuto di Georg Lukács, che ha dato inizio a una riconsiderazione in chiave europea della sua opera narrativa e della sua figura storica. Oggi, questo erede del cosmopolitismo settecentesco e delle tradizioni democratiche elvetiche, nato nel 1819 e morto nel 1890, alle soglie della modernità, spicca decisamente nel panorama dellOttocento ed è senza dubbio il massimo rappresentante di un realismo inteso come compimento della tradizione classica. È in una Svizzera omerica, in paesaggi di grandiosità calma e solenne, che si compie il destino tragico dei due giovani innamorati, vittime dellavidità dei padri e storditi dalle dissonanze del mondo, in un pallido mattino dautunno, consumato lamore su un barcone alla deriva, si lasceranno cadere, tenendosi strettamente abbracciati, nelle fredde acque di un fiume.
Con un perfetto crescendo drammatico, in un linguaggio densissimo e pur mirabilmente lieve
(L. Mittner), Keller crea il suo capolavoro, accolto come tale già alla sua prima apparizione nel 1856.
E se Robert Walser ne rievocherà lincanto in uno dei suoi schizzi più luminosi, Walter Benjamin
giudicherà la prosa di Keller una delle più belle mai scritte in lingua tedesca. E definirà la novella
immortale.
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ISBN | 9788831768924 |
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Verlag | Marsilio |
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